Diario dell'emergenza: 29/11/10

Enna, 29 nov - Da due mesi senza stipendio i netturbini di Enna non raccolgono la spazzatura da nove giorni e in città si stima siano accumulati rifiuti per 400 tonnellate. Gli operatori di Sicilia Ambiente, la società che gestisce la raccolta, nonostante il Comune abbia anticipato un'altra tranche di 180 mila euro, non sanno ancora quando saranno pagati: un anticipo dell'amministrazione comunale, infatti, era stato pignorato da un creditore. Per riportare la situazione alla normalità, qualora la raccolta riprendesse da domani, ci vorranno almeno 10 giorni.

Fonte: Sicilia Informazioni

Enna, 29 nov - Questa mattina il sindaco del capoluogo, Paolo Garofalo, si recherà nel cantiere di Sicilia Ambiente, in contrada Misericordia, per colloquiare con i lavoratori ecologici e con i rappresentanti sindacali per comunicare loro che già da venerdì l’amministrazione comunale aveva versato nell’apposito conto corrente 180 mila euro che dovrebbero consentire di pagare le spettanze arretrate e parte della tredicesima e nel contempo invitarli ad un rapido e concreto intervento per eliminare i cumuli di rifiuti che esistono in molti quartieri della città, magari potenziando il numero di autocompattatori, tenuto conto che sino ad ora ne sono stati utilizzati soltanto due, quindi non nelle condizioni di eliminare quelle 300 tonnellate di rifiuti, frutto di circa nove giorni di sciopero da parte degli operatori, che continuano a vivere una vita piena di disagi, con l’attesa sempre di vedere saldate le loro spettanze. La situazione ad Enna ed in provincia in materia di rifiuti continua ad essere precaria perché si vive di improvvisazioni, manca una programma ben definiti, i sindaci litigano e non riescono a risolvere il problema in maniera definitiva.Sono apprezzabili perché versano delle anticipazioni, ma si rifiutano di operare concretamente, applicando le tariffe ed emettendo le relative bollette in modo da convincere i propri cittadini a partecipare, così come vuole la legge, al costo del servizio per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, tra l’altro non hanno approvato i bilanci del 2008 e nel 2009 per cui rischiano che la Regione Siciliana, nomini un commissario ad acta, che potrebbe provvedere al loro decadimento nella carica.

Inceneritori, un bel post: "C'è chi gli inceneritori li conosce"

Un interessante studio della Health Research in Inghilterra che Enzo Palazzo ha "scoperto". Forse siamo ancora speranzosi se continuiamo a chiederci come mai in Italia gli enti preposti pare ne conoscano solo gli sfolgoranti risultati, quasi taumaturgici degli inceneritori, eppure come potete vedere nel box in basso a sinistra, ci sono delle leggi della fisica che si studiano alle medie.
Nuove prove dalla Gran Bretagna sulla pericolosità dei termovalorizzatori per la salute umana. Il sito della Uk Health Research ha pubblicato uno studio sulla mortalità infantile nei distretti circostanti l'inceneritore di Kirklees, nella regione dello Yorkshire e Humber. Dagli esiti della ricerca, consultabile sulla mappa della zona, è emerso che nei distretti posti sottovento rispetto all'inceneritore il livello di mortalità infantile è anormalmente alto, pari al 9,6 per mille, mentre nei distretti sopravento il tasso è circa dell'uno per mille. Il termovalorizzatore di Kirklees produce energia dall'incenerimento di rifiuti solidi urbani.

Enna: Video CGIL “Costruire l’emergenza” rifiuti

Enna. Un’anteprima sull’emergenza rifiuti, il film-denuncia della Cgil, molto importante perché evidenzia, in maniera cruda e raccapricciante, qual’è lo stato dei rifiuti in Sicilia e quali potrebbero essere le soluzioni più immediati per risolvere il difficile problema.

Dieci anni, trascorsi inutilmente, visto che il problema dei rifiuti continua ad essere di una scottante attualità e quel che è di più ancora non è stata trovata una soluzione, anche temporanea.

Ieri mattina, nella sala congressi dell’Hotel Federico II, il vertice regionale della Cgil con Mariella Maggio, segretaria regionale, in testa per evidenziare una situazione che sta penalizzando tutta la Sicilia, ma quello che è più preoccupante è il fatto che ancora non c’è una linea comune, una soluzione valida che possa far pensare ad una crisi che piano piano si stia risolvendo.

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